"Questo blog nasce dall'esigenza e dalla voglia di condividere l'esperienza lungo le strade che portano dalla Francia all'oceano Atlantico. Sarà la trascrizione degli sfoghi,degli appunti e dei pensieri che mi accompagneranno durante i 30 giorni di cammino da Saint Jaen Pied de Port a Santiago de Compostela e i 3 dalla cattedrale spagnola a Capo Finisterre. Potrà essere l'occasione per non affrontare totalmente in solitaria questa esperienza ma per camminare un po' tutti assieme, ognuno con il suo zaino metaforico, ognuno con i suoi perchè, le sue motivazioni, le sue necessità! Buen Camino para todos y buena lectura!"

Dopo quasi un anno di inattività "letteraria", se così possiamo avere la pretesa di definirla, e alla vigilia di un'altra esperienza intensa e profonda come quella di volontariato a Mlali in Tanzania, trovo giusto e significativo tornare a far vivere il blog che mi ha accompagnato in quello che è stato il cammino che più di ogni altro ha segnato in maniera indelebile la mia vita.



lunedì 20 agosto 2012

terra di dove finisce la terra.....

Finisce un viaggio, termina una parte di un cammino, si conclude un'esperienza di vita unica, sensazionale, probabilmente irripetibile, sicuramente ineguagliabile perche' ogni viaggio ha una storia a se! Ne esco un uomo cambiato, un uomo arricchito, felice, consapevole maturato.....e' bello tornare a casa!!!








CAMINANTE NO HAY CAMINO

giovedì 16 agosto 2012

con gli occhi puntati verso l'orizzonte...direzione Oceano Mare

Il consumismo, il turismo, il commercio, il giro di interessi che ruota attorno al cammino di Santiago, che lo rende un qualcosa alla moda, un qualcosa di "figo", un qualcosa che porta una cifra come 12.000 pellegrini nell'arco degli ultimi 6 giorni svanisce. All'improvviso, cosi' come all'improvviso si era manifestato, cosi' come all'improvviso orde di camminatori avevano iniziato a riempire gli albergue e le strade della Galizia in direzione Santiago a caccia della famosa "Compostela". E' cosi' il Signore a riportare e a rendere tutto nuovamente magico, nella sua manifestazione piu´ classica, quella eucaristica. La cerimonia dell'assunzione del 15 agosto, i canti in latino, un chiesa gremita di veri cristiani, il botafumerio, l'enorme incensiere che si muove con movimento armonico lungo la navata della cattedrale spinto da un nuovolo di uomini, e poi noi....noi uomini e donne del cammino che si riuniscono.Si, perche' il 15 agosto davanti alla cattedrale ci siamo proprio tutti...c'e´Carletto (dimagrito 10 kg) con Franco, c'e´il giudice ungherese Joelt, c'e´ la canadese Barbara,Christine, Arthur,gli scout di Treviso e Torino, noi amici del cammino uniti ancora una volta nell'ultimo abbraccio proprio la dove tutte le nostre strade erano dirette dal giorno in cui ci siamo conosciuti. E poi...si parte di nuovo...direzione il mare...l'oceano...oceano mare....e il cammino torna silenzioso, torna primitivo, la pioggia bagna il terreno, il bosco ci impedisce di scorgere la luce...e poi intorno, ruscelli, vento, paesaggi e tanta liberta´che permette di riacquisire la pace e la gioia di camminare...la gioia di vivere. Si torna a vivere la vita con spensieratezza, quella spensieratezza che la Galizia un po' porta via. Si torna a dormire in terra perche´non si ha la fretta di sistemarsi negli albergue, a prendersi il tempo necessario per ogni cosa durante il cammino...si torna a camminare in maniera gioiosa, spensierata allegra...perche' si, adesso davanti a noi abbiamo poco...poco o nulla...sicuramente un grande, immenso Oceano mare!

"Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se,
per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.
E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume
- immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.
Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.
E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente,
si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare.
Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano.
Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno.
Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio,
in questa terra che non vuole parlare.
Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare."



Alessandro Baricco, Oceano mare


mercoledì 15 agosto 2012

lo strano cammino di Santiago....il cammino delle persone comuni
































Un passo lungo 800km sul meraviglioso cammino della vita!

 
SANTIAGO DE COMPOSTELA 14 AGOSTO 2012 ORE 9.35


Arrivare, sentire che i passi che stai percorrendo cominciano ad assumere un sapore diverso; che la distanza non ha piu´valore perche' il cuore e la mente campano di tutt'altro. Iniziare a scorgere i riferimenti che solo in foto e nei sogni fino a quel momento conservavi come impressi in maniera non nitida, sfumata e tutta da delineare. Arrivare dopo 30 giorni di cammino, arrivare dopo essersi ricongiunti al gruppo, si perche' il cammino ha riservato il suo ennesimo regalo facendo si che a svegliarmi dal descanso pomeridiano fossero Pietro e Matteo sulle note de "La strada" dei Modena City Ramblers, reduci da una giornata di cammino sotto l'acqua per recuperare km e raggiungere le porte di Compostela insieme. Arrivare e' riconciliare lo spirito e la mente che per tanti km hanno sofferto, gioito, goduto dell'essenza della vita. Arrivare e´restare senza parole davanti a quello che si e' fatto e a quello che il Signore ci ha dato la possibilita´di vivere.
Arrivare e´restare senza parole; pensare per due giorni a cosa poter scrivere e poi trovarsi davanti ad una tastiera e cancellare ripetutamente le frasi che via via si va iniziando. Arrivare e´far riaffiorare tutti i pensieri, le sensazioni, le esperienze e le emozioni vissute e iniziare a riordinarle. Arrivare e´capire che tutto e´possibile se il cuore e la mente.....se "la testa e il cuore"....lo vogliono. Arrivare e´osservare e comprendere che il Cammino di Santiago non e´altro che una grande palestra di vita. Una palestra dove allenare lo spirito ad essere una persona migliore, attenta alle necessita´degli altri, dei compagni di cammino che per tanti giorni scandiscono il passo a fianco a te, e di quelli con i quali inveci con condividerai niente piu´che un cafe´con leche al primo bar mattutino incontrato nella tappa. E´essere sempre disposti a cogliere cio´che la vita e soprattutto le persone sono in grado di offrirci, ognuna con le sue esperienze, le sue caratteristiche, le sue criticita´,i suoi difetti, ognuna con il suo bagaglio di vita da condividere. Una palestra nella quale compierere un unico grande passo lungo 800 km sul meraviglioso cammino della vita!

domenica 12 agosto 2012

arrivera' la fine ma non sara' la fine...

eravamo sulla vetta di o cebreiro,eravamo carichi di soddisfazioni,di emozioni per l'ascesa al gigante che porta il cammino in terra di galizia.E come un sogno lubgo 4 giorno ci risvegliamo a poco piu' di 40 km da Santiago!un giorno di cammino in teoria,due secondo la nostra pianificazione delle tappe.Due per tornare a vivere alla moviola un cammino che in terra gallega si e' fatto inflazionato,turistico...demasiado!!file di turigrini,come vengono definiti dai pellegrini che muovono i loro passi verso santiago da molto,molto lontano,con i loro zainetti da gita delle medie affollano i sentieri degli altopiani di galizia.Riusciamo a sfuggire un po' al tran tran da 'compostela' allungando l'itinerario con una deviazione al monastero di Samos che appare dopo un paio di ore di cammino in un verde bucolico che permette alla mente di tornare a sognare.E' proprio li che iniziano le nostalgie,che inizia la conzapevolezza che si sta avvicinando la conclusione di un'avventura stupenda.Una avventura che regala e regalera' ancora moltissimo;dalla grigliata con il clan di Torino che contribuisce ad alimentare la nostalgia per un mondo che sento radicato dentro me,alle chiacchiere notturne con compagni di viaggio che non ne vogliono sapere di andare a letto e lasciarsi sfuggire le emozioni che un cielo stellato regala a chi ha tanto faticato da ormai tanti giorni,dalla pioggia che finalmente bagna il nostro cammino e benedice i nostri passi,al polpo da Ezechiele mangiato alle 9 di mattina che mette a dura prova le mie capacita' digestive,lasciandomi tutto il giorno spossato.Arrivera' la fine,ma non sara' la fine...perche' emozioni come queste rimarranno sempre impresse nei cuori di coloro che con fede e umilta' hanno saputo coglierle fino al midollo!

mercoledì 8 agosto 2012

il passato non si puo' cambiare, il futuro non esiste, adesso viviamo...

Si parte con un po' di apprensione, la paura di non ristabilirsi dal dolore, la paura di dover accorciare il cammino previsto, il timore di non riuscire a farcela. Si parte con tanta speranza. Si parte con un preghiera. Una preghiera lunga di giorni che ci portano da Astorga fino a Ponferrada. Una preghiera che riecheggia nell'eucarestia vissuta all'albergue parrocchiale di Foncebadon, ai piedi della Cruz de Hierro. Un preghiera che investe le vallate e le montagne che finalmente tornano a farci compagnia dopo settimane di altopiani. Una preghiera che ha i suoni del vento, degli animali da pascolo che popolano gli illimtati campi, degli uccelli che sorvolano i cieli, del rotolare delle piede mosse dai nostri incessanti passi. Una preghiera che la nebbia che accompagna la salita alla Cruz de Hierro di questa mattina fino a ricongiurngersi con il cielo e con Qualcuno che lassu' guida i nostri passi. Una preghiera che trasmette passione nelle pizzicate delle chitarre che ci fanno compagnia negli ultimi giorni assieme agli amici torinesi, triestini, spagnoli, ungheri, ucraini. Una preghiera che salva un pellegrino che cade durante la notte dalla litera procurandosi la frattura di 4 costole. Un preghiera che spero possa arrivare a tutte le persone a cui l'ho rivolta. Che possa servire ad alleviare un dolore, a portar via una brutta malattia, a dare forza a chi vive un momento di difficolta o deve compiere una scelta importante dalla quale dipende il futuro. Una preghiera che parte dal mio cuore nel punto piu´alto cel cammino, che questo enorme palo di legno sormontato da una croce di ferro sembra collegare direttamente al cielo....ma che raccoglie le preghiere di tutti voi...tutti voi che state dentro a questo mio cuore e siete la mia gioia di vivere!Un preghiera che possa far rifelttere ma senza rancore su un passato che non possiamo ormai piu´cambiare ma dal quale dobbiamo solamente imparare. Una preghiera che accompagna le lunghe passeggiate nella provincia del bierzo,tra vignieti,sorrisi,canzoni.Una preghiera che sembra non essere ascoltata quando si hanno dei momenti di stanca, di tristezza,di solitudine;momenti nei quali scegli di partire da solo,fermarti in una chiesa e cercare ancora conforto nel Signore che guida i nostri passi e ricongiunge la mia strada solitaria con quella dei miei attuali compagni.Quella strada fatta di vallate,di baebecue saltati che redimono l'entusiasmo che muoveva il nostro peregrinare in direzione Pereje,di serate che si risolvono con una telefonata e finiscono a chiacchierare con persone di tutte le lingue e le personalita'.Quella strada che ha il battito del pulsare delle stelle nella notte che accompagnano la nostra ascesa mattutina al temutissimo quanto incantevole o cebreiro.Ascesa che sembra separarci da Israel,padre di famiglia dall'eta' di 19 anni e padre di 3 bellissimi bambini.La sua caviglia sembra dire 'basta',ma la sua forza di volonta' e' immensa come il suo cuore e le parole 'sono qui per te' con le quali mi saluta nel bar ai piedi della vetta dove sono a consumare una meritatissima tortiglia spessa come un divanetto,mi riempiono il cuore di sensazioni e gioie che neanche gli straordinari monti di galizia,le stupefacenti valli e gli immacolati ruscelli riescono ad eguagliare.Il presente si chiama Cebreiro,ha il profumo di soddisfazione,di vittoria,di amore,di amicizia...il profumo di vita che solo il cammino di Santiago puo' custodire. 
Cit."el pasado no se puede cambiar,el futuro no existe,ahora me duollen las piernas y vamos a comer un pinchos" F.Javier Iturralde

sabato 4 agosto 2012

caminante no hay camino, se hace camino al andar...

"Se vuoi cambiare il mondo fallo, non dire di volerlo fare"...si apre con queste parole la giornata di oggi.Parole di un ragazzo che vive in cima all'alto che occorre scollinare prima di ammirare la cattedrale di Astorga, in un edificio occupato e organizza ristoro a donativo per pellegrini. Un posto veramente affascinante, carico di emozioni, di storia, di storie, carico di esperienze, carico di condivisione di familiarità, di amicizia. Parole importanti, parole che riecheggiano nell'anima e che fanno riflettere su i perchè delle azioni che compiamo durante una giornata. Parole che fanno riflettere se il nostro parlare spesso e volentieri non è solamente un modo per evitare di agire. Parole che se prese nella giusta maniera caricano di forza il cuore. Una bandiera scout posta qualche settimana fa da un gruppo francese sventola fissata tra le rocce, nell'aria riecheggia una canzone musicata da Juan Manuel Serrat e che riprende in musica una poesia di Antonio Machado, il paesaggio intorno è tornato a farsi piu' montanaro, la vegetazione, i colori, i sapori...sono le montagne che precedono le prossime ascese alla Cruz de Ferro e al temutissimo O Cebreiro.Tutto il resto è sorriso, è amicizia, è preghiera e, oggi si, anche tanta sofferenza. Un problema muscolo tendineo alla gamba destra mi spinge a non forzare i tempi e a sostare ad Astorga dove inoltre mi faccio controllare dal consultorio medico,prognosi:2 giorni senza camminare per infiammazione muscolo tendinea dei gemelli e degli adduttori.....si avoglia!!Caldo umido alla Taurasi e passa tutto...domani in marcia verso Foncebandon. Javier segue la sua strada per guadagnare km sulla tappa di domani. Ci lasciamo con un sentitissimo abbraccio e un saluto molto fantasy: all'alba del secondo giorno mira ad est....io sarò li!!Ad Astorga inizia ancora una nuova parte del cammino...nuove persone da conoscere, nuove vite, nuove esperienze, nuovi sentimenti da condividere, altre e nuove mense da condividere perchè non esiste un cammino scritto, un cammino impostato sulle guide, sulle mappe, sui segnali dei cartelli posti lungo la carrettera...se hace camino al andar!!

Hasta luego!

Tiago

venerdì 3 agosto 2012

a casa como siempre...

Partenza notturna dal Burgo Ranero, la direzione e´ Leon (39,7 km) e la sveglia suona alle 4. Con Javier affrontiamo l'ultima mesetas lunga 13 km immersi nell'oscurita´, attenuata solo da una bellissima luna piena che lascia l'ebrezza di poter osservare, di notte, la propria ombra. Una sensazione probabilmente ovvia e che avre´vissuto un sacco di volte nella vita, ma che mai come in questi favolosi 13 km ho sentito mia;il confronto con l'ombra delle giornate passate sotto il sole a camminare e´forte, e l'alternarsi all'alba della luce della luna con quella del cerchio solare ha regalato lunghi momenti di magia. Il resto della camminata si svolge a ritmo serratissimo, nostro marchio di fabbrica nei giorni "despues" la malattia. Con Javier sta nascendo un'amicizia sempre piu´forte e importante, fatta di scambi, condivisioni, fede. Parliamo di tutto, da Inisesta a Vasco Rossi, da Pablo Neruda e Super Mario, passando per la tecnologia Apple e per dei trattati di matematica analitica circa lo studio della finzione iperbolica e parabolica.A Leon le facce che si sussguono in ostello poi sono quelle dei compagni incontrati fin oggi. Allora ci sono Federica e Ivana che hanno accorciato col pulmann pur di arrivare e guadagnarsi l'attesissima foto davanti alla cattedrale; c'e´Michela che giunge da Bercianos maculata dalle vesciche ma a denti stretti e con tanto coraggio; ci sono Gianluca, Marco, Stefano, anche loro reduci da disturbi fisici; c'e´Pierluigi e con loro tanti e tanti altri volti del cammino tra i quali la mia attenzione si sofferma su quelli di una famiglia ciclisti di Girona, madre, padre (Felix, detto il pirata di Catalugna..ogni riferimento a persone o cose e´puramente casuale) e il piccolo Arnau...beh, nelle loro vacanze da 3 anni a questa parte stanno percorrendo in bici lo strano cammino di Santiago....questa scena, dopo giorni che condividevo gli ostelli con loro e che avevo imparato a conoscerli e a parlarci mi ha fatto molto riflettere; e mi ha fatto riflettere su quanto siano importanti le opportunita´ che un genitore puo´dare ad un figlio per avviarlo alla vita...su quanto sia forte l'influenza che un adulto ha su un ragazzino...e questo esteso alla figura dell'educatore ha iniziato a far scaturire in me una gran voglia di rimettermi in gioco in maniera differente...di donare me stesso per far si che gli altri possano scoprire e affacciarsi al mondo anche attraverso i miei occhi, i miei pensieri e soprattutto i miei sbagli...con la totale liberta´e l'obbligo di percorrere una strada migliore e piu´consapevole della mia. La serata a Leon scivola poi via tra una cena in una parco e una rapida "vuelta" di Pinchos nel Barrio Umido prima del coprifuoco imposto dalle monache per le 9.30, ora della compieta. Con la giornata di oggi il cammino ha continuato a regalare emozioni, storie, paesaggi, imprevisti e scelte pronte ad essere modificate...mi ha regalato di incontrare nuovamente Cristina (l'hospitalera di Granon) che ha iniziato a farsi il cammino da Leon e con la quale stasera ho condiviso la cena.Poi ci sono le chiacchiere in tutte le lingue del mondo senza capire bene ne cosa ci viene detto, ne soprattuto cosa si sta dicendo;poi c'e´il corso di Spagnolo a cui mi sottopone Javier che pero´sembra non dare i suoi frutti, mentre i miei insegnamenti basilari di italiano ("So alle barbe"..."Si cazzo"..."Pandorino" ecc) stanno andando alla grande col "chico"spagnolo;Poi ci sono i sorrisi, gli sguardi, i brividi sulla pelli, le preghiere nelle chiese, i pasti condivisi con chiunque, il descanso pomeridiano, i piedi nel rio....in fondo c'e´ il sentirsi a casa....a casa como siempre!!!

mercoledì 1 agosto 2012

E quinidi uscimmo a riveder le stelle...

Si parts presto la mattina da boadilla;si parte soli la mattina da boadilla...in cielo stellato a farci. Un cielo stellato a farci compagnia,la Luna Che illumina il cammino,il volo dei pipistrelli Che rende selvaggia l'uscita dal paese e mi accompagna fino al sorgere del sole alle mie spalle.tappa fatta di pensieri,fatta di sensazioni forti impossibili da trasferire Sulla tastiera di un computer;fatta di nostalgia per la compagnia lasciata alle spalle e Che un segno indelebile ha impresso lungo il mil Camino,e fatta di tanta voglia di arrogate e vedere cosa la vita aveva previsto per me una volta giunto a Carrillon de los...ebbene torna a riecheggiare la magia del Camino,quella magia che riunisce le persone che inseguono la propria leggenda personale..ed ecco che ada ttendermi all'albergue unicipal de santa maria c'e´ Javier, con il quale passo tutta la gioranta in un parco a descansare e a fare il bagno nel fiume, poco dopo ecco Ester e Arthur, ancora dopo Matteo....e infine arriva anche Pietro..ognuno arricchito da una giornata vissuta in solitaria e pronto a rimettersi in gioco nella "famiglia" creatasi nel cammino. Cosi' la giornata scorre tra canti con chitarre, djembee` e flauti gestita dalle suore della confraternita´, una messa con benedizione dei pellegrini davvero toccante,sentita e partecipata, accompagnata dall'ormai proverbiale suono dell'organo toccato da Arthur che ci allieta le celebrazioni eucaristiche e le rende molto piu´intense, e la classica cena a base di vagonate di pasta e verdurame vario magistralmente preparata dal sottoscritto :) La mattina si riparte...e pero´come al solito nel cammino, non cé' mai niente di scritto a tavolino, niente di prevedibile e programmabile.Matteo non riesce a superare il dolore procuratogli da una vescica di dimensioni "bibliche", tanto per rimanere in tema, ed e' costretto a fermarsi un giorno, con lui Ester il cui mal di gola unito a principi di febbre si fa troppo importante per permetterle di camminare...lasciamo per strada due importanti compagni di viaggio,´la loro semplicita', la loro gioia, la loro voglia di conoscere, di scoprire, di buttarsi nelle avventure ci manchera´ sicuramente, nella speranza, come sempre che la strada ci metta nuovamente fianco a fianco. Ma non e' finita qui....anche io, come il miglior ciclista alla terza settimana di tour, o il miglior Colombiano in qualsiasi vacanza:) vengo colto da una crisi allucinante di stomaco che mi mette ko e mi costringe a interrompere a meta´ la tappa. Vengo soccorso praticamente da tutti i pellegrini conosciuti in questi giorni, che mi coprono, mi prendono del the, mi accompagnano all'albergue, tra tutti Javier che si ferma addirittura a dormire con me e mi porta la cena a letto. Giornata difficilissima ma che mi ha insegnato tanto. Mi ha aiutato ad accettare di potersi riscoprire vulnerabile, mi ha aiutato ad accettare che gli imprevisti, le difficolta´ e le cause di forza maggiore possono modificare anche il mio di cammino e non solo quello degli altri. E' stato bello oggi durante il tragitto osservare come tutti e dico veramente tutti i pellgrini incontrati nel nostro tappone castellano (41 km con medie superiori ai 6 km/h per recuperare la tappa perduta ieri) mi chiedessero come stavo...ma quanto gente si ricorda di me??certo mi devo proprio fare una bella pubblicita´:) Siamo dunque giunti al Burgo Ranero, piccolo pueblo a 38 km da Leon che proveremo a raggiungere domani gambe e piedi permettendo e probabilmente partendo di notte per affrontare il tratto che ci si prospetta (13 km di mesetas) un po' al fresco...dunque é´proprio il caso di dirlo...dopo le tempeste, le burrasche e gli arrivederci/addi...siamo pronti per uscire fuori a riveder le stelle..